martedì 25 dicembre 2007

venerdì 14 dicembre 2007

Parola di Paolo Di Canio

Da un'intervista pubblicata nel numero di dicembre di GQ inglese:

"Totti ha detto che non vorrebbe mai andare a cena con me. E credo che non sia una grande perdita, perché se gli dite che c'è tensione in Medioriente, lui pensa che sia scoppiata una rissa nella fascia destra del centrocampo".

Poi però aggiunge:
"Nel calcio inglese il doping si riduce all'abuso di birra, hot-dog e fagioli. Grazie ai quali i giocatori scendono in campo ruttando e scoreggiando".

Nella foto: Paolo Di Canio e Marc-Viven Foé il giorno della loro presentazione ufficiale col West Ham, il 27 gennaio 1999. Foé è morto di infarto durante una partita della nazionale camerunense il 26 giugno 2003.

domenica 2 dicembre 2007

I Supereroi di Toronto

Ci sono 249 supereroi nella città di Toronto. Nessuno di loro ha un’identità segreta. Pochissimi indossano un costume. Nella maggior parte dei casi i loro superpoteri non comportano alcun vantaggio materiale. Anfibio può vivere sia sulla terra che sott’acqua, ma onestamente: a che gli serve? Gli sarà mai utile per trovare lavoro? Al momento Anfibio fa il corriere per Speedy, un’agenzia di recapiti del centro.
Persino la Clessidra, unica tra i supereroi a viaggiare nel tempo, non crede che il suo su-perpotere sia niente di eccezionale. Ti fa no tare subito che tutti sono in grado di viaggiare nel tempo, e infatti procedono in modo costante e inesorabile verso il futuro: un vero superpotere sarebbe la capacità di non viaggiare affatto nel tempo, di arrestarsi nel presente.
Anche se non esistono supercattivi, nessun supereroe è disposto a crederci. Ognuno di loro è convinto che uno degli altri sia un supercattivo. La Perfezionista si scontra con Televendita. Businessman e il Sindacalista si considerano reciprocamente l’incarnazione del male. Anche Anfibio è ai ferri corti con l’I-namovibile.
A ogni festa, al padrone di casa tocca inevitabilmente ascoltare le lamentele di un qualche supereroe scandalizzato: “Non posso credere che tu abbia invitato quello lì”. Oppure capita che due supereroi si imbattano l’uno nell’altro cercando il bagno, e si blocchino guardandosi in cagnesco e strillando: “Tu sei il cattivo! Sei un mostro!”
Le feste migliori le dà la Coniglietta Antistress...
Andrew Kaufman, "Tutti i miei amici sono supereroi" (Meridiano Zero, 2006).

sabato 10 novembre 2007

Lookalike






sabato 29 settembre 2007

Punto.Zero

Inizia oggi la storia di un nuovo sito di cinema, Punto.Zero.
Ideato da Alessandro Stellino, Andrea Chirichelli e il sottoscritto, Punto.Zero vuol essere un luogo in cui il lettore può trovare recensioni veloci e puntuali, notizie interessanti e approfondite e informazioni sui dvd in uscita.
Se il nucleo redazionale è composto da sole tre persone, quello dei collaboratori è invece composto da una dozzina di persone appartenenti tutte alla generazione dei primi anni Settanta. Un sito giovane ma non privo di esperienza, che non vuole essere un sostituto di siti già esistenti quanto una nuova voce che li affianchi e parli di cose di cui gli altri non parlino.

Realizzato con la piattaforma di Wordpress, Punto.Zero offre ai lettori la possibilità di commentare direttamente gli articoli, come anche di ascoltare alcune delle canzoni più interessanti presenti nelle colonne sonore dei film in uscita e dare un’occhiata ai trailer di alcuni vecchi classici. Classici come "Punto Zero", il film diretto nel 1971 da Richard C. Serafian che ha regalato al mondo Kowalski, "l’ultimo eroe americano".

Inizia oggi la storia di Punto.Zero, ma noi ci crediamo molto, e siamo convinti durerà a lungo. Seguiteci.

domenica 9 settembre 2007

Vattene pure!

Era il titolo con cui Tuttosport salutava la cessione di Ian Rush dalla Juventus al Liverpool nell'agosto del 1988. E' giusto utilizzarlo nuovamente per salutare la fine del mandato di Marco Muller come Direttore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e far sapere al mondo che sarebbe molto meglio non ritrovarselo ancora seduto nella stessa poltrona l'anno prossimo.

E' vero che in quattro anni Muller ha corretto molti dei problemi organizzativi del biennio di De Hadeln, ma la qualità dei film presentati è sempre stata mediamente bassa, l'attenzione dei selezionatori nei confronti del cinema orientale è stata eccessiva e i palmares hanno dimostrato tutta l'influenza che il direttore ha imposto sul lavoro delle giurie, finendo per non premiare mai le pellicole migliori del concorso. E se può anche andare il Leone d'Oro a "Vera Drake" nel 2004 (pur in una competizione che vedeva anche "Mare dentro", "Il castello errante di Howl" e "Ferro 3"), gridano allo scandalo la vittoria di "Brokeback Mountain" su "Good Night and Good Luck.", di quella porcata di "Still Life" sul capolavoro "Nuovomondo" e ora del mediocre "Lussuria" su film come "Io non sono qui", "In the Valley of Elah" e "12" (e anche "La graine et le mulet", a quanto mi dicono).
Il fatto che un regista medio come Ang Lee porti a casa due Leoni d'Oro in tre anni e lo sconosciuto Zhang-ke vinca due premi in due anni la dice lunga su quanto sia stato stretto il giogo imposto da Muller alle giurie. Non è un caso che l'annuncio della vittoria di "Lussuria" sia stato accolto in sala stampa da una fragorosa salva di fischi. Così come lo è stato quello della Coppa Volpi a Brad Pitt, che fa il paio con quella di Ben Affleck dell'anno passato.
Venga chi vuole, a Venezia, e vada dove vuole, Muller, basta che l'anno prossimo stia lontano dal Lido.

E ora il mio personalissimo cartellino lidense, in ordine cronologico, anche se quest'anno ho visto appena 30 film in 12 giorni di Festival. Rispetto agli anni scorsi non c'è dubbio che io sia riuscito ad evitare le porcate più cupe, ma è anche vero che non mi porto a casa neanche un filmone che spezza il cuore.

"Per un pugno di dollari" di Sergio Leone - nc.
"Atonement - Espiazione" di Joe Wright - 6,5.
"Kantoku Bazai!" di Takeshi Kitano - 3.
"Se, jie - Lussuria" di Ang Lee - 6,5.
"Sleuth" di Kenneth Branagh - 6,5.
"Michael Clayton" di Tony Gilroy - 6-.
"Redacted" di Brian De Palma - 4.
"Nessuna qualità agli eroi" di Paolo Franchi - 2.
"In the Valley of Elah" di Paul Haggis - 7.
"Blade Runner: The Final Cut" di Rydley Scott - nc.
"It's a Free World" di Ken Loach - 6.
"Cassandra's Dream" di Woody Allen - 5.
"The Assassination if Jesse James" di Andrew Dominik - 5.
"Hotel Chevalier" (cm) di Wes Anderson - 7.
"The Darjeeling Limited" di Wes Anderson - 5,5.
"La zona" di Rodrigo Plà - 7.
"La ragazza del lago" di Andrea Molaioli - 5+.
"I'm Not There - Io non sono qui" di Todd Haynes - 7.
"Lou Reed's BERLIN" di Julian Schnabel - 6.
"Il dolce e l'amaro" di Andrea Porporati - 5.
"The Nines" di John August - 4,5.
"Nightmare Before Christmas 3-D" di Henry Selick - nc.
"Mad Detective" di Johnnie To - 5,5.
"Nightwatching" di Peter Greenaway - 7-.
"Man from Plains" di Jonathan Demme - 7.
"Putiferio va alla guerra" di Roberto Gavioli - nc.
"12" di Nikita Mikhalkov - 7.
"Heya fawda (Chaos)" di Youssef Chahine - 4.
"Non pensarci" di Gianni Zanasi - 7,5.
"Blood Brothers" di Alexi Tan - 4,5.

Le donne del Lido - 11.

lunedì 20 agosto 2007

Facchetti celo, Giubertoni Manca!

Sei stravaccato sul divano davanti al televisore in attesa del tuo programma preferito, "Oggi le comiche": nell'attesa guardi svogliatamente l'altro canale (se non te lo dovessi ricordare, sappi che allora c'erano soltanto "il primo" e "il secondo").
Mentre compare finalmente il trinagolino bianco che segnala l'inizio di un nuovo programma sull'altro canale, suonano alla porta. Ti alzi per cambiare (altro che telecomando!) e arriva la mamma: "E' Francesco. Vuole sapere se scendi a giocare."

E' il 1973, a quanto ci raccontava Domenico Di Giorgio verso la fine del XX secolo in un librettino da 2.000 lire che aveva lo stesso titolo di questo post.
L'Italia era sull'orlo della crisi economica che porterà all'austerity: tra breve le automobili circoleranno a targhe alterne per permettere di ridurre la nostra dipendenza dai paesi fornitori di petrolio, e il governo sarà costretto a una serie di misure impopolari per tentare di ripianare il bilancio. [...]
Ma cosa importa? Sei un bambino di 7 anni con un problema molto più grande: dopo mesi di duro lavoro e di estenuanti trattative ti mancano ormai solo quattro figurine per finire l'Album dei Calciatori 1972-73, e vuoi assolutamente trovarle!
1) il presidente del Torino, Orfeo Pianelli.
2) la squadra del Foggia.
3) uno degli 'altri titolari' della Ternana, Ermenegildo Valle.
4) il più raro di tutti, lo stopper dell'Inter Mario Giubertoni.
"Facchetti celo, Giubertoni Manca!" è un rapido libro-gioco che mette il lettore nei panni di un ragazzino che ha un solo pomeriggio per trovare quelle quattro mitiche figurine. In più, presenta le regole di diversi giochi che da ragazzini si facevano con le figurine, e che magari si possono fare ancora oggi senza vergogna, sempreché si riesca a ritrovare in solaio quell'enorme mazzo di doppie che si scambiava con gli amici...

Per chi, come me, non avesse mai avuto occasione di giocare con la versione cartacea del libro di Di Giorgio, quella elettronica si può scaricare nel sito di Librogame's Land.

mercoledì 18 luglio 2007

Il gobbo

Qualche anno dopo il povero Quasimodo, il gobbo è finalmente riuscito ad integrarsi nella vita quotidiana e farsi accettare nell'ambito sociale. Al giorno d'oggi il gobbo ha spesso un lavoro, di solito non semplicissimo ma quasi sempre di responsabilità, e in genere è una figura talmente popolare che molti si rivolgono a lui quando hanno bisogno di un aiuto.
Il filmato qui sotto ci spiega meglio come si può avere a che fare con il gobbo senza urtarne la suscettibilità e apprezzandone le capacità.

sabato 14 luglio 2007

Que Viva Getafe!

Polemica in Spagna per la nuova campagna di promozione degli abbonamenti del Getafe, la squadra dell'omonima cittadina nella zona meridionale dell'area metropolitana di Madrid.

Fondato nel 1946 e poi rifondato nel 1983, il Getafe Club de Fútbol è stato promosso in Primera Liga per la prima volta nella sua storia alla fine della stagione 2003/04.
Nell'ultima stagione la squadra ha avuto la miglior difesa del campionato ed è arrivata sino alla finale di Coppa del Re, persa 1-0 contro il Siviglia. Della rosa fanno parte tra gli altri il portiere della nazionale argentina "Pato" Abbondanzieri, il difensore rumeno Cosmin Contra e ora anche il centravanti Kepa Blanco, che ha giocato l'anno passato in prestito al West Ham.
Attualmente ha come allenatore l'ex centrocampista della Juventus e della nazionale danese Michael Laudrup, che ha preso il posto di Bernd Schuster passato al Real Madrid.

La polemica è scoppiata per via dello spot televisivo usato dalla società per lanciare la campagna abbonamenti, spot che ritrae personaggi come Giobbe, Mosé, Giovanna d'Arco, Adamo e lo stesso Gesù Cristo avvisare Dio di non essere disposti a seguire ciecamente la Sua volontà.

Perché innanzi tutto, c'è la Squadra.


martedì 10 luglio 2007

La prima versione di "Shadows"

"Ombre - Shadows" è il primo film diretto da John Cassavetes, uno dei più importanti registi della storia del cinema, l'uomo che praticamente ha inventato il cinema indipendente.

Attore televisivo e cinematografico di buon successo, nel 1959 realizzò un "saggio collettivo di recitazione e regia" totalmente improvvisato. Il film costò un totale di 40.000 $ e fu girato da attori e tecnici non professionisti con apparecchiature 16mm prese in prestito. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, "Ombre" ebbe un enorme successo di critica come di pubblico. La realtà, però, è che la versione del film presentata al Lido e giunta fino a noi è la seconda che Cassavetes ha girato, non contento della prima.

La prima versione del film fu girata nel mese di Febbraio e nei primi giorni di Marzo 1957. Dopo un anno e mezzo in sala montaggio, il film fu proiettato nel novembre 1958 al Paris Theater di New York. Il film durava poco più di un'ora, e ne fu stampata una singola copia in 16mm perché Cassavetes non poteva permettersene altre. In ogni caso, la reazione del pubblico in sala fu così insoddisfacente che Cassavetes decise di rigirare il film e rimontarlo, costruendo nuove scene e cambiando radicalmente la trama.
Se la prima versione era effettivamente un esperimento di improvvisazione guidata, in cui gli attori reagivano a braccio ad una situazione che Cassavetes aveva costruito per loro e con lo scopo di arrivare dove Cassavetes voleva che arrivassero, la seconda versione fu interamente sceneggiata da Cassavetes e Robert Alan Aurthur, che già aveva scritto "Nel fango della periferia" interpretato proprio a Cassavetes e che avrebbe in seguito co-sceneggiato "All That Jazz" con Bob Fosse.
Le nuove riprese furono effettuate nel Febbraio 1959, esattamente due anni dopo quelle della prima versione. Dopo due settimane di riprese, Cassavetes tornò in sala montaggio e mescolò le nuove scene con circa metà di quelle della prima versione, inserendo anche un nuovo commento musicale. La nuova versione fu presentata al pubblico newyorchese nel Novembre del 1959, e nonostante il film si chiuda con il famoso cartello "ciò che avete appena visto è stata un'improvvisazione", in realtà si tratta di un film pensato, scritto e ripensato più volte.

Ciò che Cassavetes fece in questa seconda versione non fu semplicemente rigirare meglio le stesse scene o aggiungere alcune inquadrature mancanti, come si fa abitualmente nel cinema hollywoodiano attuale, bensì creare un film nuovo di zecca, che solo incidentalmente conteneva anche alcune scene della prima versione. La prima e la seconda versione di "Ombre" sono due film completamente diversi, che raccontano storie diverse in modi diversi.

Ma che fine aveva fatto quell'unica copia della prima versione? A quanto raccontò lo stesso Cassavetes allo studioso Ray Carney, l'aveva donata ad un'Università di cui non ricordava il nome. Era il 1987 e Carney si mise alla disperata ricerca della prima versione. La trovò in circostanze che definire fortunose è poco, nel 2003. Dura 78 minuti e contiene almeno 40 minuti di girato che non fu inserito nella seconda versione. Si tratta comunque di un film finito, non di un work-in-progress: è una stampa destinata ad essere proiettata al pubblico, e proprio questo Carney avrebbe voluto fare.
Invece per volere dell'attrice Gena Rowlands, vedova di John Cassavetes ed erede dei suoi diritti d'autore, non è stato possibile distribuire questa prima versione in sala né in versione home-video. Anche i tanti Festival del Cinema che hanno dimostrato interesse a proiettarla sono stati scoraggiati. Pochi fortunati hanno avuto modo di vederla. Carney ci ha però fatto il favore di mettere on-line tre brevi spezzoni del film, tra cui la scena dei titoli di testa.
Se il racconto della vicenda che Carney fa nel suo sito internet sia veritiero o meno, ossia se siano vere le dichiarazioni della Rowlands e del suo avvocato che è in realtà Carney ad impedire la diffusione del film, non possiamo dirlo. Certo è che fino a quando i protagonisti di questa vicenda saranno in vita, questi tre spezzoni saranno l'unica cosa che potremo vedere.





venerdì 6 luglio 2007

Transformers: How Things Really Worked (according to Michael Bay)

Il film è finito.
Accidenti, è stata dura, ma devo ammettere che è stato anche molto divertente. Gli attori più complicati con cui ho mai lavorato, a parte Bruce Willis, sono stati Optimus Prime e Bumblebee. Hanno richiesto ogni singolo giorno della mia vita per un anno intero. Ma alla fine del lavoro ne è valsa la pena. Ho appena fatto 36.000 miglia intorno al mondo (in due settimane) e ho avuto una première eccezionale al Taormina Film Festival, in un teatro greco costruito molto prima della nascita di Cristo. Mi piace vedere la reazione che il film provoca su persone appartenenti a culture così diverse. Il film sta veramente facendo il giro del mondo. Sono così eccitato per il fatto che tra poco avrete tutti modo di vederlo. Grazie a tutti voi che avete supportato me e il film.
Ma per mettere i puntini sulle "i", il budget iniziale del film era di 145 milioni di dollari, ed è poi salito fino a 150 e qualcosina, che è più o meno la metà di quanto sono costati gli altri blockbuster di quest’estate – e ne sono fiero. Vedo che molta gente in giro per il web non credono a queste cifre, ma se volete sono pronto a scommettere 10.000 dollari sull’unghia che il film è davvero costato questa cifra.
Anche quando i produttori hanno cercato di spedirmi in Canada o in Australia a girare, ho dato un’occhiata in giro ma sapevo che là avremmo fatto una brutta fine. Avevo bisogno di lavorare con i miei collaboratori abituali, quelli con cui ho lavorato per anni, perché sono i migliori del mondo. e poi, credo che un film americano che ritrae l’America dovrebbe essere girato in America. Ho rinunciato al 30% del mio stipendio per poter girare qui a casa. Sapevo che questa era la cosa giusta da fare per il film e ho chiesto ai produttori di fare la stessa cosa – Ian [Bryce] e Lorenzo [di Bonaventura] hanno accetto, Tom DeSanto e Don Murphy (che erano nel progetto da prima di me) no. E questo è stato il mio primo incontro con loro – non volevano che parte dei soldi che spettavano a loro fossero usati per realizzare un film migliore. Questo genere di cose, di solito non mi va giù.
Ora che il film è finito, mi trovo a dover rispondere a domande piuttosto strane fattemi dai giornalisti. Tipo "In che modo Tom ha controllato il set?" Cosa? "In che modo Tom e Don hanno supervisionato il tuo lavoro?" Ma che cazzo…? "Com’è stato lavorare con Tom e Don, che sono così appassionati dei Transformers?" e "Abbiamo sentito che Tom ha scritto la storia – un trattamento di 90 pagine, giusto?" Okay: stop. Facciamo un passo indietro. Tom e Don sono due brave persone, ma lasciate che vi spieghi come sono andate le cose.
Io e Tom abbiamo avuto una riunione creativa per esattamente un’ora e dieci minuti, un anno fa. Mi disse di essere un grandissimo fan dei giocattoli e che mi avrebbe protetto dalle bombe che avrebbero potuto esplodere con un progetto come questo. Il tipo di bombe che esplodono sulla Rete nella forma di "Maledetto Michael Bay", "Hai rovinato il ricordo della mia infanzia, Michael Bay" e tutto questo tipo di minacce di morte. Tom mi ha poi raccontato di tutti i problemi che aveva avuto con il design dei robot e con la sceneggiatura, e io ho capito che la sua visione del film era anni luce lontana dalla mia. Gli ho detto "grazie tante", e poi gli ho indicato la porta da cui uscire. Non gli ho più parlato, tranne che per dirgli "ciao". Di tanto in tanto veniva sul set con degli ospiti, come fosse un parco divertimenti. Non ho mai davvero parlato con Don del film, non a livello creativo. Ho letto le sue note su quanto fosse brutta lo script e quanto schifo facesse il lavoro mio e degli sceneggiatori. Ma durante la lavorazione Don è sempre gentile con me, sapeva che non mi sarei messo a discutere le mie scelte creative con lui.
Un giorno di non molto tempo fa, Alex [Kurtzman] e Bob [Roberto Orci] mi hanno chiamato tutti spaventati perché all’improvviso, dopo che avevamo quasi finito il montaggio, Tom aveva chiesto di essere accreditato come co-sceneggiatore del film, o almeno come soggettista. Ero stupito, perché né io né loro avevamo mai visto alcun trattamento scritto da lui. Beh, ha chiesto di essere accreditato, ma la Writer’s Guild of America ha rifiutato la sua richiesta. Quello però che mi ha fatto veramente ribollire il sangue è qualcosa che ho visto in Rete quando Tom è andato ai Saturn Award e quelli di IESB.net l’hanno intervistato a proposito del film – un film che, lasciatemi aggiungere, lui ancora non aveva visto. Ma si comportava come se l’avesse visto. Rispondeva tranquillamente a tutte le domande, ed è arrivato anche a dire che Hugo [Weaving] "aveva lasciato il suo segno". Ma per favore, erano solo un mucchio di balle: quell’uomo del film non aveva visto ancora nulla, zero assoluto. L'ha visto solamente alla proiezione per la stampa.
Questa è la nuda verità, e devo raccontarla perché sono stufo di rispondere a certe domande.
Quello che queste due persone hanno fatto è stato prendere uno ‘stupido film su dei giocattoli’ e proporlo a tutti senza perdere la speranza di poterlo realizzare anche quando tutti l’avevano rifiutato. Questo glielo riconosco. Tanto di cappello, ma tentare di prendersi meriti creativi davanti alla stampa, lasciatemelo dire – mi fa schifo. Troppo spesso i crediti creativi vanno a gente che in realtà non ha avuto nulla a che fare con il film. Diamine, ormai anche i banchieri che ti prestano i soldi per girare il film e che non hanno la più pallida idea di come si lavori, passano per importanti produttori.
Ma credo che questo sia semplicemente il modo in cui Hollywood funziona.
Michael Bay, 29 Giugno 2007 (messaggio cancellato dal suo blog personale poche ore dopo averlo postato, recuperato da Nikki Finke di L.A. Weekly).

venerdì 29 giugno 2007

Il venditore di armi

Immaginate di dover rompere il braccio a qualcuno.
Destro o sinistro, non importa. Il punto è che dovete romperlo, perché se no... be', nemmeno questo importa. Diciamo che se non lo fate vi succederanno brutte cose.
Ora, la mia domanda è questa: rompete il braccio in fretta (snap, ahi!, scusi, mi permetta di aiutarla con questa stecca di fortuna), oppure trascinate la faccenda per otto minuti buoni, aumentando di tanto in tanto la pressione a dosi minime, finché il dolore diventa rosa e verde e caldo e freddo e del tutto insopportabile, da ululare?
Appunto. Ovvio. La cosa giusta da fare, l'unica cosa da fare, è concludere alla massima velocità possibile. Rompere il braccio, offrire un brandy, fare il bravo ragazzo. Non possono esserci altri risposte.
A meno che.
E se odiaste la persona alla quale è attaccato il braccio? Se la odiaste proprio sul serio?
Hugh Laurie, "Il venditore di armi" (Marsilio, 2007).

sabato 23 giugno 2007

The Ventures Revolution

Chi ha avuto la sfortuna di vedere il terrificante "Amazing Lives of the Fast Food Grifters" di Mamoru Oshii al Festival di Venezia 2006 e non si è addormentato prima, ha sentito il narratore dire che nella seconda metà degli anni Settanta la calata in Giappone della band statunitense dei Ventures ha rivoluzionato la musica nipponica.
I Ventures sono stati uno dei più apprezzati combo degli anni Sessanta - ossia un quartetto composto da due chitarre soliste, un basso e una batteria, senza tastiere né voce. La loro musica - a tratti commerciale, a tratti sperimentale, sempre tecnicamente eccellente - ha influenzato gente come gli Who, Gene Simmons, George Harrison, Peter Frampton, Max Weinberg, Aerosmith, Steely Dan, Eagles...
Virtualmente dimenticati dal pubblico statunitense dopo appena un decennio di attività, i Ventures sono tutt'oggi attivissimi in concerti dal vivo, quarant'anni dopo la loro formazione. Io li ho scoperti ascoltando la cover di un loro brano nella colonna sonora di "Pulp Fiction" e da allora non li ho più lasciati. Qui sotto ci sono una manciata di loro video, antichi e recenti. Sempre grandissimi.











martedì 19 giugno 2007

Cannes e dintorni

E' finita ieri la rassegna che ha presentato a Milano (ma anche a Roma) alcuni dei film presentati nelle varie sezioni dell'ultimo Festival di Cannes, la prima che riesco a seguire decentemente da tre anni a questa parte. E prima o poi mi riuscirà anche di andare al Festival di Cannes quello vero...
Comunque, ne approfitto per rendere pubblico il mio personalissimo cartellino, mettendo in fila i film dal migliore al peggiore, tra sorprese e delusioni, amici e nemici, belle tipe che non la danno e sedicenni che la darebbero ma non voglio finire in galera...

"Le scaphandre et le papillon", dramma di Julian Schnabel: 9.
Un capolavoro, tratto dalla vera storia dell'ex caporedattore di 'Elle' e premiato come miglior regia. Può ricordare il bellissimo "Mare dentro" di Amenabar ma assomiglia forse più a "E Johnny prese il fucile" di Dalton Trumbo, con il protagonista paralizzato a letto. Questo riesce comunque ad essere ancor più emozionante. Ed è girato davvero bene, confermando il talento visivo di Schnabel (che di mestiere fa il pittore). Uscirà distribuito da Bim.

"Vidange perdue" dramma di Geoffrey Enthoven: 8.
E' il film che ha vinto il Bergamo Film Meeting, e con pieno merito. La storia di un 85enne che cerca di rimettersi in pista dopo la morte della moglie. Divertente e toccante, benissimo recitato e mai banale. E sa parlare agli spettatori di ogni età. Speriamo arrivi anche nei nostri cinema, perché è vero che non farà una lira ma merita risalto.

"Mio fratello è figlio unico" dramma di Daniele Luchetti: 7.
Visto ai tempi dell'uscita italiana. Un ottimo prodotto, decisamente superiore anche al più blasonato "Romanzo criminale". Qualitativamente meritava il concorso, ma era la 60a edizione e il Festival ha voluto solo film inediti in Europa.

"Persepolis" cartone animato di Marjane Satrapi & Vincent Paronnaud: 7.
Tratto dall'omonimo fumetto, un cartone animato visivamente curioso ma molto interessante. Il modo in cui la storia della ragazza iraniana che fugge quando arrivano i talebani è raccontata col giusto ritmo e la giusta emozione. Funzionerà alla grande, quando la Bim lo distribuirà in Italia.

"Caramel" commedia sentimentale di Nadine Labaki: 7.
Mi ha ricordato un po' "Tutto su mia madre", ma forse avevo bevuto troppo prima della proiezione. Comunque sia, una commedia frizzante anche se forse un po' scontata. Brave le attrici, bella confezione. Uscirà distribuito da LadyFilm.

"Control" dramma di Anton Corbijn: 7.
La breve e tribolata vita di Ian Curtis, cantante dei Joy Division a fine anni Settanta. Girato in un meraviglioso bianco e nero, racconta bene la storia del gruppo e del suo leader anche a chi non ne sa nulla, ma non riesce a trasmettere l'amore per la loro musica a chi già non la apprezza. Bravo il protagonista Sam Riley, e brava anche Alexandra Maria Lara, che sarà protagonista del prossimo film di Francis Ford Coppola. Non so quale sarà la sua sorte distributiva.

"L'âge des ténèbres" commedia di Denys Arcand: 7.
La terza parte della trilogia iniziata con "Il crollo dell'impero americano" e proseguita con "Le invasioni barbariche". E' a tratti molti diventente, ma molte gag sono scontate e la satira un po' spuntata. Arcand non è mai stato un gran regista, ma è sempre stato uno sceneggiatore snob. E qui si conferma, nonostante il buon risultato globale. Uscirà distribuito da Bim.

"XXY" dramma di Lucia Puenzo: 6/7.
Poco pubblicizzato ma molto interessante, racconta le difficoltà di crescere di una ragazzina sudamericana che si sente un mostro per via di un difetto genetico. Girato senza inventiva, ma scritto con molta lucidità. Esce il 22 giugno distribuito da Teodora.

"Paranoid Park" dramma di Gus Van Sant: 6.5.
Gus Van Sant rifà il se stesso di "Elephant", ma convince ancora meno. La storia di un ragazzino confuso fino allo sbando, tra flashback e aggrovigliamenti inutili. Non è brutto, ma finisce per essere inconcludente. Uscirà con Lucky Red.

"Auf der anderen Seite" ("The Edge of Heaven") dramma di Fatih Akin: 6.
La seconda parte della trilogia sul rapporto tra la Germania e i turchi, dal regista de "La sposa turca". Un buon film, ma poco spontaneo nel modo in cui le storie si incrociano tra loro. Il modello è probabilmente "Prima della pioggia", ma il film di Manchevski sapeva volar alto, questo invece non emoziona mai e ha dei personaggi rivedibili. Sarà distribuito da Bim.

"Smiley Face" commedia di Gregg Araki: 6.
Una commedia tossica e sconclusionata come questa non era esattamente quello che ci si aspettava dal regista del buon "Mysterious Skin", ma comunque diverte, ed è tutto quello che gli si deve chiedere. Uscirà distribuito da Mikado.

"Zodiac" thriller di David Fincher: 6.
Troppo lento. Troppo troppo lento e cervellotico, un film lunghissimo che trova il giusto ritmo solo nella seconda parte, quando il protagonista diventa a tutti gli effetti Jake Gyllenhaal. Certo qualche scena funziona alla grande, ma il film nella sua interezza proprio no. Anche questo l'avevo visto quand'era uscito in sala.

"4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" dramma di Christina Mungiu: 6.
La Palma d'oro. Rubata peggio del Leone veneziano a "Still Life". E' un film piccolo nonostante il tema importante, con un regista che pensa di essere i Dardenne, che ci racconta solo metà della storia e deve giocare sporco al momento buono per sperare di emozionare lo spettatore. Ma non ci riesce. Quelli che l'hanno trovato meraviglioso dovrebbe imparare cos'è il cinema prima di aprire bocca. Distribuzione Lucky Red.

"Centochiodi " dramma di Ermanno Olmi: 6.
Visto ai tempi dell'uscita in sala. E' il classico film di Ermanno Olmi, "contro il logorio della vita moderna", ma si vede che il maestro bergamasco non ce la fa più. E stendiamo un velo su Raz Degan e Luna Bedandi.

"We Own the Night" poliziesco di James Gray: 6.
Un film banale e stravisto, che proprio non si capisce per quale motivo fosse al Festival, e per di più in concorso. Il regista di "Little Odessa" tenta di nuovo la carta etnica, ma neanche Scorsese sarebbe riuscito a fare di questo filmetto un film davvero degno del nostro tempo. Però lui forse non sarebbe caduto così fragorosamente nell'ultima parte. Un ottimo cast buttato alle ortiche. Esce a fine agosto per la Bim.

"Le voyage du ballon rouge" dramma di Hou Hsiao-Hsien: 5.
Un film francese diretto da un regista cinese. Quindi con personaggi isterici e dialoghi infiniti, e piani sequenza in ogni dove. Insopportabile, ma ovviamente gli orientalisti hanno avuto un orgasmo, guardandolo.

"Tehilim" dramma di Raphael Nadjari: 5.
Nella conferenza stampa di presentazione della rassegna Mereghetti l'aveva indicato come uno dei migliori film del Festival. Invece è una rottura di coglioni incredibile, con una famiglia ebrea che cerca di scendere a patti con l'improvvisa scomparsa (nel senso che è scappato non si sa dove) del capofamiglia.

"Gegenuber" dramma di Jan Bonny: 4.
Un poliziotto vive con una moglie manesca, che lo riempie di botte dalla mattina alla sera e s'incazza come una bestia quando lui ottiene una promozione e lei si sente sminuita. Top del film: lui arriva a casa e la trova che cavalca il suo migliore amico, allora si siede a tavola e cena in silenzio mentre i due scopano a due metri di distanza. Opera prima, e speriamo ultima.

"Après lui" dramma di Gael Morel: 3.
Catherine Deneuve perde l'amato figlio in un incidente d'auto e va talmente fuori di testa da volerlo sostituire col suo migliore amico, che è proprio colui che ha guidato l'auto contro l'albero. Top del film: lei che guarda i ragazzi uscire dalla scuola in cui studiava il figlio, ne approccia uno e lui scappa convinto di trovarsi davanti una pedofila.

"La France" dramma bellico di Serge Bozon: 3.
Francia, Prima Guerra Mondiale. Una donna riceva una lettera da parte del fidanzato al fronte, che le dice di dimenticarlo perché non si vedranno mai più. Indomita, la ragazza si taglia e capelli e si mette in cammino per il fronte per ritrovare l'amato, aggregandosi ad un plotone di soldati francesi che davanti ai momenti di crisi ha l'abitudine di farsi una bella cantata. Disgustorama.

"La influencia" dramma di Pedro Aguilera: 2.
Una madre single è malata e depressa: il suo negozio di articoli femminili va male e riceve lo sfratto, la scuola dei figli le chiede di pagare la retta e lei non trova di meglio da fare che scoparsi uno che usa il suo stesso antinfluenzale e andare al supermercato a rubare dvd. Alla fine muore di polomite e i figlioletti vivono felici e contenti. Una delle cose più terribili che ho mai visto sul grande schermo.

domenica 10 giugno 2007

Quelle che...

Quelle che giudicano un uomo dalla circonferenza dei bicipiti.

Quelle che giudicano un uomo dalla lunghezza dell'uccello.

Quelle che giudicano un uomo dal conto in banca.

Quelle che fanno tutte e tre queste cose.

Quelle che guardano i vestiti di un uomo prima del viso.

Quelle che invece di ragionare col cervello ragionano con un'altra parte del corpo, come i peggiori degli uomini.

Quelle che credono di essere sulla cima del mondo e invece sono nella valle più profonda della Terra.

Quelle che "sì, dai: usciamo insieme, però non lo deve sapere nessuno".

Quelle che "ti comporti così perché tu le donne le odi".

Quelle che "ti comporti così perché sei solo un moralista del cazzo".

Quelle che "ti comporti così perché sei un represso".

Quelle che quando hanno il ciclo se ne accorge tutto il mondo.

Quelle che se la sera prima il fidanzato non le ha scopate se ne accorge tutto il mondo.

Quelle che in pubblico sono una persona e in privato una persona completamente diversa, di solito insopportabile.

Quelle che "Quelle di Sex & the City...".

Quelle che non sono capaci di passare mezza giornata senza parlare di sesso.

Ecco: tutte queste donne, perché non si levano dai coglioni e lasciano spazio alle donne vere?

giovedì 7 giugno 2007

Priceless


domenica 3 giugno 2007

My Life in Pictures (2)

Ok, è comodo dire di assomigliare al personaggio più figo della storia della televisione. E' molto comodo, ma anche molto rischioso, perché è molto facile che chi legge mandi a cagare chi scrive... Però, nel mio caso è anche molto vero.

Il dottor Gregory House è uno "contro" per definizione, ma non per vocazione. In realtà il dottor House se ne frega degli altri, di tutti gli altri, e fa come gli pare. Io pure. O meglio: me ne frego di quello che pensano gli altri, chiunque siano "gli altri". Me ne frego se gli altri approvano o meno quello che faccio, lo faccio e basta perché è la mia, di vita, e nessuno ha diritto di dirmi come viverla. Se vado seguendo la corrente, bene; se vado contro corrente, bene ugualmente: non è l'approvazione degli altri quella che cerco, e in realtà quando la trovo non so mai come reagire.
Il dottor House preferisce non avere a che fare con gli altri, preferisce starsene per conto proprio ma non riesce mai ad avere un momento di privacy anche se per stare da solo si nasconde spesso nei luoghi più improbabili del Princeton-Plainsboro Teaching Hospital. Io pure. A me piace molto starmene da solo a pensare senza avere a che fare con gli altri, ma alla fine ho sempre mille persone che mi girano intorno. E purtroppo, ho un solo luogo in cui nascondermi quando voglio andare in camera di decompressione.
Il dottor House è sarcastico e cattivo, quando vuole anche bastardo. Ma quando vuole sa essere davvero bastardo. Io pure. In effetti sono più caustico che sarcastico, ma quando voglio essere bastardo so esserlo alla grande. Anche perché ho l'abitudine di ascoltare, quando parlo con gli altri, e ho una buona memoria per ciò che mi si dice quindi viene facile fare in modo che gli altri si pentano di quello che hanno detto. Ma per fortuna delle mille persone che mi girano intorno, è molto molto raro che io voglia essere davvero bastardo.
Il dottor House è uno che ragiona sempre col cervello invece con altre parti del corpo, che vive in maniera che ad altri può sembrare trattenuta o persino repressa e che ama passare il tempo facendo cose che altri potrebbero non trovare divertenti. Io pure. E non c'è bisogno di aggiungere altro.
Il dottor House ama il suo lavoro e lo fa con il massimo dell'impegno, anche se non sopporta i suoi pazienti. Io pure. Io amo talmente il mio lavoro da essere disposto a farlo per molti meno soldi di quanti ne prende Hugh Laurie, eppure non sopporto l'ambiente in cui lavoro, fatta eccezione per un ristrettissimo gruppo di persone. E non sopporto chi il nostro lavoro lo fa con sufficienza e poca professionalità.
Potrei dire che il dottor House apprezza il lavoro dei suoi collaboratori anche se non glielo fa mai notare, ma se per caso qualche mio collaboratore dovesse leggere questo post pensarebbe che io apprezzi il suo lavoro.
Il dottor House è dipendente dal Vicodin. Io pure. La mia droga si chiama Julie, ma cambia poco: non riesco a concepire la mia vita senza guardare film, e non riesco a non provare interesse per la maggior parte dei film che vengono realizzati. E questo, ovviamente, finisce per influenzare pesantemente la mia vita, come se fossi davvero un drogato. No, anzi: io sono un drogato.
Il dottor House ha le spalle rotonde, o per lo meno questa è l'impressione che vuol dare. Qualunque cosa gli accada o gli si dica, lui sorride beffardamente, fa un battuta e se ne va via tranquillo. Io pure. Con la differenza che di solito non me ne vado. E mentre il dottor House a casa propria suona il piano o la chitarra riflettendo su quanto gli è accaduto durante la giornata, io al massimo posso stendermi sul letto e riascoltare per la millesima volta "The Tracks of My Tears" di Smokey Robinson.

Sì, insomma: il dottor House sono io, solo che mi faccio la barba e non vado a puttane.

giovedì 31 maggio 2007

Grindhouse: A prova di morte

ABBIE
Mi ero innamorata di Cecil.
KIM
Innamorata, per favore! Sul set sembravi sua moglie!
ABBIE
Ero e fui sono le parole giuste.
KIM
Ci siete ancora in mezzo, stronzetta, e lo sai benissimo.
ABBIE
Ah sì? E se è così innamorato di me, perché si è scopato la controfigura di Daryl Hannah?
KIM
Perché è un uomo?
ABBIE
Oh, gli uomini sono delle bestie... Divertente, molto divertente!
KIM
Devi superare queste stronzate, sono passate due settimane.
ABBIE
Oh, non vi ho raccontato la parte migliore: l'ha scopata il giorno del mio compleanno.
ZOE
Ma lui lo sapeva che era il tuo compleanno? E' il regista, sarà pieno di impegni...
ABBIE
Vediamo... Ha mangiato una fetta della mia torta di compleanno e mi ha fatto un regalo. Sì, penso che lo sapesse.
ZOE
Cosa ti ha regalato?
ABBIE
Mi ha fatto una cassetta.
LEE
Non ti ha masterizzato un CD: ti ha fatto una cassetta...!
ABBIE
Sì, e so cosa stai per dire, per cui non farlo.
KIM
A me sembra una cosa romantica.
ABBIE
Sentite, lo so che a voi piace: è adorabile. Ma ha scopato con un'altra il giorno del mio compleanno, com'è possibile che non siate dalla mia parte?
ZOE
Ma voi due scopavate?
KIM
Certo che no!
ABBIE
Pronto? Ti chiami Abernathy, tu?
KIM
Scusa.
ABBIE
La risposta alle tue domande è no, naturalmente no.
ZOE
Cosa vuol dire "no, naturalmente no"?
ABBIE
La ragione per cui Cecil non ha una ragazza da sei anni è perché le ragazze se lo vogliono scopare. E se scopi con Cecil non diventi la sua ragazza - non che io volessi diventarlo - ma se avessi voluto diventare la sua ragazza, se me lo fossi scopato non sarei diventata la sua ragazza. Sarei stata una delle tante storielle. E sto diventando vecchia per queste stronzate.
ZOE
Ma avete fatto qualcosa, almeno?
ABBIE
Zoe, no. Lui fa queste stronzate con troppe ragazze, io non voglio essere una delle tante.
ZOE
Ma gli hai lasciato fare qualcosa?
ABBIE
Sì, gli ho permesso di farmi un massiaggio ai piedi e quando andiamo al cinema gli faccio tenere la mano sul mio ginocchio.
KIM
Senti, tu puoi anche comportarti come una di 12 anni, ma lui si comporta da uomo. Devi concedere qualcosa, a quel tipo.
ZOE
Fammi capire bene: non lo scopi, non glielo succhi, non gli dai la lingua. Invece la controfigura di Daryl Hannah lo fa...
KIM
Prima di avere un tipo devi meritartelo, e puoi incominciare facendo a quel bastardo una sega nel bagno del camper, martedì.
ABBIE
Non ho nessuna intenzione di fargliela.
KIM
Lo so. Ma sai chi gliela farà? La stronza che finirà a vivere nella sua mega villa.
LEE
Sapete, devo dire che non sono d'accordo con tutto quello che ha detto Kim. Però è vero che quando tiri troppo in lungo come hai fatto tu con Cecil, se all'improvviso gli fai qualche porcheria vanno fuori di testa.
ABBIE
Ok, possiamo smetterla di parlare della mia vita sessuale?
ZOE
In realtà stavamo parlando della vita sessuale di Cecil, perché tu non ne hai una...
Quentin Tarantino, "Grindhouse: A prova di morte" (2007).

Sapete, devo dire che in fin dei conti mi riconosco in diverse cose che vengono dette in questo dialogo. Solo che se c'è una cosa al mondo che mi interessa meno di mettermi a parlare di sesso, è sentire qualcun altro parlare di sesso. Pensate che divertimento star lì seduto al cinema a sentire questo dialogo dopo un'ora di proiezione di un film compiaciuto e ridondante come questo nuovo "capolavoro" di Quentin Tarantino, in cui non si fa altro che parlare e parlare e parlare a vanvera e non ne puoi più dopo neanche un quarto d'ora... Oh, ai fan di Tarantino piacerà un sacco... Beh, che se lo tengano! L'inutilità cinematografica al suo peggio.

mercoledì 30 maggio 2007

Jimmy Rino

Come potete leggere qui sotto, settimana scorsa sono stato a Ravenna per seguire il concorso di cortometraggi "Corti da Sogni - Antonio Ricci". Tra i tanti bei film che abbiamo potuto vedere c'era anche il mockumentary di Marzio Mirabella "Il caso Ordero", che attraverso testimonianze e filmati racconta le personalità deviate dei due fratelli Ordero, dai primi atti criminali fino alla guarigione per mezzo di una cura sperimentale. A fare da tormentone nella loro vita, e nel film, questa terrificante canzone di Jimmy Rino, "Il cuore a primavera", che è già diventata la mia suoneria del cellulare.


domenica 27 maggio 2007

Fuori dall'armadio

Sono appena tornato da Ravenna, dove sono stato impegnato come Presidente di Giuria nella sezione 'Corto Cortissimo' del riuscitissimo concorso "Corti da Sogni - Antonio Ricci", e lo stress della manifestazione e del viaggio ha avuto la meglio su di me. Alla fine, dopo lunghe riflessioni, ho deciso che è venuto il momento di fare outing.

Dall'1 al 7 giugno, infatti, farò parte della giuria nella sezione cortometraggi del 21° Festival Internazionale di Cinema GayLesbico e Queer Culture di Milano. Passerò i miei pomeriggi al Teatro Strehler di largo Greppi a guardare cortometraggi provenienti da tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Brasile, dalla Norvegia al Marocco. Il livello dei corti di Ravenna era alto, speriamo che quello di Milano non sia da meno.

Oh, nel caso tu stia leggendo queste righe: mamma, non è che sono improvvisamente diventato omosessuale, eh?

giovedì 24 maggio 2007

Still Not Getting Any...

Do you ever feel like breaking down?
Do you ever feel out of place?
Like somehow you just don't belong
And no one understands you
Do you ever wanna run away?
Do you lock yourself in your room?
With the radio on turned up so loud
That no one hears you screaming

No you don't know what it's like
When nothing feels all right
You don't know what it's like
To be like me

To be hurt
To feel lost
To be left out in the dark
To be kicked when you're down
To feel like you've been pushed around
To be on the edge of breaking down
And no one's there to save you
No you don't know what it's like
Welcome to my life

Do you wanna be somebody else?
Are you sick of feeling so left out?
Are you desperate to find something more?
Before your life is over
Are you stuck inside a world you hate?
Are you sick of everyone around?
With their big fake smiles and stupid lies
While deep inside you're bleeding

No you don't know what it's like
When nothing feels all right
You don't know what it's like
To be like me

To be hurt
To feel lost
To be left out in the dark
To be kicked when you're down
To feel like you've been pushed around
To be on the edge of breaking down
And no one's there to save you
No you don't know what it's like
Welcome to my life

No one ever lied straight to your face
And no one ever stabbed you in the back
You might think I'm happy but I'm not gonna be okay
Everybody always gave you what you wanted
You never had to work it was always there
You don't know what it's like, what it's like

To be hurt
To feel lost
To be left out in the dark
To be kicked when you're down
To feel like you've been pushed around
To be on the edge of breaking down
And no one's there to save you
No you don't know what it's like (what it's like)

To be hurt
To feel lost
To be left out in the dark
To be kicked when you're down
To feel like you've been pushed around
To be on the edge of breaking down
And no one's there to save you
No you don't know what it's like
Welcome to my life
Welcome to my life
Welcome to my life
Simple Plan, "Welcome to my Life" (2004).

domenica 13 maggio 2007

La grande fuga!!!


17/3: Blackburn -West Ham = 1 - 2
31/3: West Ham-Middlesbrough= 2-0
7/4: Arsenal - West Ham = 0 - 1
14/4: Sheff Utd. - West Ham = 3 - 0
18/4: West Ham - Chelsea = 1 - 4
21/4: West Ham - Everton = 1 - 0
28/4: Wigan - West Ham = 0 - 3
5/5: West Ham - Bolton = 3 - 1
13/5: Man Utd - West Ham = 0 - 1

Classifica:
15 - West Ham, 41
16 - Fulham, 39
17 - Wigan, 38
18 - Sheffield Utd., 38
19 - Charlton, 34
20 - Watford, 28

Carlos Tevez: 7 gol nelle ultime 10 partite di campionato. E' sua la rete della vittoria all'Old Trafford, che sancisce la salvezza degli Hammers.



mercoledì 9 maggio 2007

Amabili resti

Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973. Negli anni Settanta, le fotografie delle ragazzine scomparse pubblicate sui giornali mi somigliavano tutte: razza bianca, capelli castano topo. Questo era prima che le foto di bambini e adolescenti di ogni razza, maschi e femmine, apparissero stampate sui cartoni del latte o infilate nelle cassette della posta. Era quando ancora la gente non pensava che cose simili potessero accadere.
Alice Sebold, "Amabili resti" (Edizioni e/o, 2002).

Dopo una settimana passata 'sul mercato', Peter Jackson ha firmato l'accordo con la Dreamworks per la produzione del suo nuovo progetto: l'adattamento cinematografico del romanzo d'esordio di Alice Sebold "Amabili resti".
Ispirato dallo stupro subìto dalla Sebold quand'era al primo anno di università, il romanzo è pubblicato in Italia da Edizioni e/o e racconta la storia di Susie, una ragazzina di 14 anni che nel dicembre 1973 viene adescata, stuprata, fatta a pezzi e nascosta nella cantina del suo omicida, un serial killer che vive a pochi passi da casa sua. La particolarità del libro è di essere raccontato dalla stessa Susie, che dal Cielo narra con lo spirito allegro e spigliato tipico dell'adolescenza la sua storia e quella dei suoi famigliari dopo la sua morte.

I diritti di sfruttamento cinematografico furono acquistati dalla Film4 Productions quando ancora il libro non era diventato un best seller (alla fine ha venduto oltre un milione di copie). Lynne Ramsay ("Morvern Callar") scrisse la sceneggiatura e avrebbe dovuto dirigere il film. I gravi problemi finanziari della Film4 obbligarono però la casa di produzione inglese a vendere i diritti e Peter Jackson batté sul tempo proprio la Dreamworks. E' quindi perfettamente logico che sia la casa di Steven Spielberg a produrre la pellicola piuttosto che Warner, Universal o Sony, gli altri Studio che hanno manifestato interesse per il film. La pellicola, sceneggiata dallo stesso trio che aveva scritto "Il Signore degli Anelli" e "King Kong", sarà comunque coprodotta anche dalle Film4.

Le riprese dovrebbero iniziare a fine ottobre, e si svolgeranno tra la Pennsylvania e la Nuova Zelanda. Il budget del film dovrebbe aggirarsi intorno ai 70-80 milioni di dollari e l'uscita nelle sale statunitensi è prevista dalla Paramount per l'ultimo trimestre del 2008.
Secondo Hollywood Reporter, in fase di trattativa Jackson ha presentato un progetto completo di idee di marketing e ha voluto informazioni precise sugli altri progetti della casa di produzione in uscita nello stesso periodo, per essere sicuro che il suo film avrebbe ricevuto sufficiente attenzione da parte dei produttori come del pubblico.

Alice Sebold ha vinto nel 2002 il Bram Stoker Award per il miglior romanzo d'esordio con "Amabili resti", ma nel 1999 aveva già pubblicato il libro di memorie "Lucky" (sempre e/o, da noi) che racconta proprio lo stupro da lei subìto nel 1981.

domenica 6 maggio 2007

La Wikipedia è un bel posto...

...ma da adesso è un posto ancora più bello.




venerdì 4 maggio 2007

My Life in Pictures (1)

Scotty Pelk fa il commesso in una videoteca di Portland, è socialmente inetto ma ha una conoscenza enciclopedica di tutta la storia del cinema. Tanto che non è capace di noleggiare un film se pensa che il cliente stia sbagliando scelta, tanto da arrabbiarsi se i colleghi insistono nel mettere "La Cosa" di John Carpenter tra gli horror invece che nella fantascienza, tanto che alla fine lo licenziano per eccessivo sfrugugliamento di coglioni.
Scotty ha un sito internet, scottysfilmpage.com, che non ha però nessun visitatore nonostante tutti i suoi illuminanti saggi sul cinema. La vita la passa tra la ricerca di un'altra videoteca che lo assuma e una sega sparata pensando alla vicina di casa.
Un giorno Scotty incontra Niko, una ragazza piuttosto scatenata che gli insegna una cosa o due sulla vita e sull'amore. E mentre il Primo Grande Amore di Scotty si trasforma in ossessione, la sua vita inizia a cambiare profondamente...

"Film Geek" è un film indipendente diretto nel 2005 da James Westby e interpretato da Melik Malkasian. Presentato e premiato in diversi piccoli Festival statunitensi, non ha mai avuto una distribuzione cinematografica vera e propria. E' però uscito in dvd e si trova facilmente nei canali alternativi.

Il film non è stratosferico ma è divertente, soprattutto - ovviamente - se siete appassionati di cinema e avete quel nonsoché di geek dentro di voi.
Westby non sembra essere un gran regista, ma forse è colpa del budget ridicolo, e si fatica a immaginare Malkasian in un ruolo diverso da questo, eppure non si può non farsi prendere dal mondo che ci raccontano, nonostante sia chiaramente esagerato a più non posso.

Scotty è simpatico, anche se stupidotto (o forse lo è proprio per questo). Non è mai irritante ai nostri occhi, anzi è divertente sentirlo parlare di cinema, anche se è facile capire come possa irritare gli altri personaggi. Ci fa un po' tenerezza per il modo in cui vive la propria vita, ma ne capiamo la passione e l'ingenuità, come ne capiamo la travolgente passione per Niko: una ragazza bellissima, al lato opposto dell'universo rispetto a lui e anche per questo per lui estremamente interessante. Una donna con la quale non avrebbe mai neanche mezza chance, in un mondo normale... Ma quello in cui vivono i film geek non è un mondo normale, e allora vien quasi da pensare che una storia tra Scotty e Niko potrebbe anche funzionare, potrebbe portare qualcosa di buono a entrambi... E vien quasi da pensare che la conoscenza che del cinema ha Scotty verrà prima o poi premiata... Ma "Film Geek" è una commedia, non un film di fantascienza, e a Scotty non resta altro che sedersi davanti al computer e scrivere un altro saggio, guardando sconsolato il contatore delle visite ancora fermo a zero...

Sì, insomma: Scotty Pelk sono io, solo un po' meno sfigato e senza la vicina di casa figa.

martedì 1 maggio 2007

Chi siamo noi?


Noi semo quella razza che non sta tanto bene,
che di giorno sarta 'fossi e la sera le cene;
e lo posso gridà forte, fino a diventà fioco,
noi semo quella razza che tromba tanto poco.

Noi semo quella razza che aì cinema s'intasa
pè vedè donne gnude e fassi seghe a casa,
eppure la natura c'insegna, sia su monti, sia a valle,
che si pò nascer bruchi pè diventà farfalle;
ecco, noi semo quella razza che l'è fra le più strane
che bruchi semo nati e bruchi si rimane.

Quella razza siamo noi, e l'è inutile fà finta,
cià trombato la miseria e siam rimasti incinta.
Carlo Monni: "Berlinguer ti voglio bene" (1977).

domenica 29 aprile 2007

La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo

"Conosci la legge di gravità, vero? Più una cosa è grande, più ha massa, e più esercita attrazione gravitazionale e attrae a sé piccole cose che le orbitano intorno all'infinito..."
"Sì..."
"Mia madre che muore... è il fulcro... tutto il resto le gira intorno all'infinito... sogno la scena, e inoltre... è la metà dei miei viaggi nel tempo. Ci vado di continuo. Se tu potessi trovarti lì e indugiare sopra la scena dell'incidente, cogliendone ogni dettaglio, la gente, le automobili, gli alberi, i mucchi di neve, se avessi abbastanza tempo per osservare davvero ogni cosa mi vedresti. Sono dentro le automobili, dietro i cespugli, sul ponte, sopra un albero. Ho visto la scena da ogni angolazione, partecipo persino ai soccorsi: ho chiamato l'aeroporto da una vicina stazione di servizio per far avere a mio padre il messaggio di precipitarsi in ospedale. Sono stato seduto nella sala d'attesa a guardare mio padre che entra a cercarmi. E' terreo, sconvolto. Ho camminato lungo la banchina aspettano che il il mio piccolo sé comparisse, e ho avvolto in una coperto le spella di un bambino esile. Ho guardato il mio faccino incredulo e ho pensato... ho pensato..."
Adesso sto piangendo. Clare mi abbraccia e io piango senza far rumore sul suo seno coperto dal maglione di mohair.
"Cosa? Che cosa hai pensato, Henry?"
"Ho pensato: 'Dovevo morire anch'io'."
Audrey Niffenegger, "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" (Mondadori, 2003).

Secondo quanto scrive l'Hollywood Reporter, Eric Bana ("Munich", "Hulk") e Rachel McAdams ("Red Eye", "My Name is Tanino") saranno i protagonisti dell'adattamento cinematografico del romanzo di Audrey Niffenegger "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo", pubblicato in Italia da Mondadori.

Il libro narra la storia d'amore tra Henry DeTamble e sua moglie Clare Abshire. Henry soffre di uno strano disordine genetico che è causa di involontari balzi nel tempo, la cui attività è paragonata a quella dell'epilessia o degli attacchi di panico. Henry non è in grado di controllare il momento del balzo, l'anno di destinazione né la durata della sua permanenza. In più, il suo corpo rimane dell'età che lui ha effettivamente vissuto, quella che ha nel momento in cui parte, non cambia in relazione all'età che avrebbe nell'anno in cui si ritrova di volta in volta.

Raccontato da entrambi i punti di vista, questo bel romanzo racconta le difficoltà della coppia nell'affrontare una situazione così particolare e nel vivere in maniera soddisfacente i giorni che riescono a passare insieme, a prescindere dall'età che i due hanno in quel momento. Henry e Clare, infatti, hanno ad ogni loro incontro una differenza di età diversa, e visto che i viaggi hanno destinazioni non ordinate cronologicamente la loro conoscenza reciproca non è mai allo stesso livello.

"The Time Traveler's Wife" sarà prodotto dalla New Line Pictures e sarà diretto dal tedesco Robert Schwentke, già regista del "Flightplan" con Jodie Foster. Le riprese dovrebbero iniziare in settembre, quando la McAdams avrà finito di girare "The Return" di Neil Burger. Eric Bana è invece il protagonista di "Lucky You" di Curtis Hanson, che uscirà negli Stati Uniti tra pochi giorni, e di "The Other Boleyn Girl", che arriverà nelle sale statunitensi a Natale.

venerdì 27 aprile 2007

Spider-Man 3

Mamma mia, non ci si crede da quanto è brutto!
E pensare che il secondo episodio è probabilmente il miglior film tratto da un fumetto mai realizzato... Come lo stesso team abbia potuto mettere insieme questa porcheria è qualcosa che va davvero al di là della mia comprensione.

Slegato, lento, ridicolo, vuoto. Ce le ha tutte, questo "Spider-Man 3".

A partire dal brutto modo in cui viene inserita la figura di Gwen Stacy in una continuity che ne poteva benissimo fare a meno, per finire a come viene risolta la questione di Harry Osborn-Hobgoblin, la sceneggiatura prende sempre la decisione sbagliata nel portare avanti la storia. La regia di Sam Raimi non riesce ad essere brillante né nelle scene d'azione né in quelle di dialogo, e gli attori sembrano tutti piuttosto bolsi. Gli strabordanti effetti speciali, poi, sono davvero belli solo nell'animazione dell'uomo sabbia.

Tutto il resto, come diceva il Califfo, "è noia".

domenica 22 aprile 2007

giovedì 19 aprile 2007

Fuck

"Fuck" is a four-letter word.
"Rape" is a four-letter word.
"Wife" is a four-letter word.
So is "Love".
"Fuck" is a curse.
So is Love...
Harold Perrineau: "Oz", ep. 2 st. 1 (1997).

A dare retta ai poeti, un avvenimento doloroso nella vita di un uomo lo cambia dentro. Se perdi una donna che ami, o se perdi le gambe. Di colpo, trovi dentro di te una specie di pace. E' questo che dicono, i poeti. La verità è, che non è vero. Dopo un avvenimento doloroso... tu diventi ancora di più, quello che eri prima. E' dopo un avvenimento doloroso che scopri chi sei realmente, dentro.
Harold Perrineau: "Oz", ep. 7 st. 1 (1997).

martedì 10 aprile 2007

sabato 31 marzo 2007

Quei bravi ragazzi

Cosa vuol dire essere un bravo ragazzo?
Essere un niente, ecco cosa vuol dire! Un grosso zero con un sorriso per tutti...
Kirk Douglas.

sabato 24 marzo 2007

I Will Get By...

Must be getting early
Clocks are running late
Faint light of the morning sky looks so phony
Dawn is breaking everywhere
Light a candle, curse the glare
Draw the curtains, I don't care, cuz
It's alright

I will get by
I will get by
I will get by
I will survive

I see you've got your fist out
Say your piece and get out
Yes I get the gist of it, but
It's alright
Sorry that you feel that way
The only thing is to say:
Every silver lining's got a touch of grey

I will get by
I will get by
I will get by
I will survive

It's a lesson to me
The eagles and the beggars and the seas
The ABC's we all must face
Try to keep a little grace

It's a lesson to me
The deltas and the east and the freeze
The ABC's we all think of
And try to win a little love

I know the rent is in arrears
The dog has not been fed in years
It's even worse than it appears, but
It's alright
Cows giving kerosene
Kid can't read at seventeen
The words he knows are all obscene, but
It's alright

I will get by
I will get by
I will get by
I will survive

The shoe is on the hand that fits.
There's really nothing much to it
Whistle through your teeth and spit, cuz
It's alright
Oh well, a touch of grey
Kinda suits you anyway
And that was all I had to say, and
It's alright

I will get by
I will get by
I will get by
I will survive

We will get by
We will get by
We will get by
We will survive

We will get by
We will get by
We will get by
We will survive
Grateful Dead: "Touch of Grey" (1982).

giovedì 22 marzo 2007

300

Passano tre quarti d'ora prima che uno spartano alzi la mannaia, poi però se le danno di santa ragione. Ma dopo circa un'ora e mezza di film, il colpo di scena.

Seduto su un enorme trono dorato portato da un centinaio di schiavi, arriva il Re di Persia, il Dio degli Dei: Serse. Un cristone nero alto almeno due metri e un quarto, con piercing in ogni angolo della faccia ma anche più trucco di una battona di periferia. E' un transessuale. Non un gay, e nemmeno un semplice travestito: proprio un trans, non ci sono storie. Assomiglia pure a RuPaul, ma senza parrucca.
Beh, RuPaul scende dalla scaletta del trono con la manina bene in alto come fanno i migliori stilisti del mondo e fronteggia Leonida, il re degli spartani, l'uomo che ha inventato i muscoli addominali. Comunque, come prima cosa RuPaul gli chiede di rendergli omaggio inginocchiandosi davanti a lui. E glielo chiede con la voce di Morpheus di "Matrix"! Risate a scena aperta.
Ma non è tutto. Ad un certo punto, nel corso di questa surreale conversazione, Leonida da le spalle al nemico e RuPaul gli si avvicina, mettendogli le mani sulle spalle e pronunciando l'immortale frase "Non è della mia frusta, che devi aver paura!". Grasse risate.

Ma dico io, ma in quella scena lì han lasciato scrivere i dialoghi ai comici di "Zelig"? Ma si può? Mah... in che mani siamo...

lunedì 19 marzo 2007